martedì 11 ottobre 2016

Chiacchiere e tabacchiere



“chiacchiere e tabacchère e legne, ‘u Banche de Napule no ‘ne ‘mbègne”


È un antico modo di dire per sottolineare che con le chiacchiere e le cose di scarso valore non si ottiene nulla.


Le tabacchiere erano oggetti di uso comune, imposte da una moda che, nel settecento, partita da Napoli si diffuse anche a Taranto e rimase in voga sino ai primi anni del novecento.
La tabacchiera conteneva il tabacco da fiuto che serviva per “la pizzicata” con annesso starnuto liberatorio.


Una moda che  si diffonderà attraverso l'aristocrazia e la borghesia, diventando una questione di stile  che coinvolgerà anche i popolani.





Anche il tabacco da naso contava diverse marche e qualità, tra i più pregiati erano l’italiano San Cristoforo, il francese Millefiori, lo spagnolo Pulviglio - usati dai nobili - 
poi c’era il Tabacco del Brasile, tabacco comune che, costando poco, era alla portata di tutti.

Infine c’era il Tabacco di dama, una composizione di muschio, ambra, acqua di rose e fiori di cedro, aromatizzata all’acqua angelica – per le signore –


Si avete letto bene, anche le donne “si prendevano la pizzicata” !

Un’epoca dai costumi alquanto strani. 
Non era consentito fumare per strada, alle donne era assolutamente vietato fumare, pena l’essere classificate di dubbia moralità ma,  la presa di tabacco era consentita a tutti e considerata persino elegante.

Di conseguenza la tabacchiera diventò un oggetto alla portata di tutti, dalle comuni in legno a quelle di lusso in avorio, argento e oro, intarsiate, smaltate e quelle bellissime e preziosissime di Capodimonte che potevano essere personalizzate, facendovi dipingere il ritratto di colui, o colei, cui era destinata.


Gli uomini erano orgogliosi di offrire, alle donne con cui erano in compagnia, una pizzicata di tabacco, sfoggiando le loro tabacchiere, e le donne si "prendevano la pizzicata"  accettando volentieri il graditissimo invito a starnutire insieme!

Voi direte, e gli altri? …. Erano impazienti di sentir starnutire per poter finalmente togliersi il cappello e  gridare: “Salute!” 


 

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