sabato 3 maggio 2014

U’ mèst d’ascia

In una città come Taranto, economicamente adagiata tra mari e terre, una figura importante era quella di - U’ mèst d’ascia - che era colui che costruiva vàrche, sckive, parànze,  ma anche  traine, carrozze,  e pure botti, tini, barili…
Lavoravano tutto con l’ausilio di un’ascia e la loro maestria nel lavorare, intagliare e curvare il legno a caldo, dove manifestavano  tutta la loro bravura.

Erano ricercati per la costruzione degli scafi delle navi... e per l'assemblaggio delle ruote dei carri.
Ma u’ mèst d’ascie era bravo anche a fare oggetti casalinghi di uso quotidiano, per questo ci si rivolgeva a lui per commissionargli alcuni oggetti di arredamento che facevano parte della dote, come 
“siggitèdde”  -  sedie larghe e basse dalla seduta comoda
– scannitjiedde –
piccoli scanni usati per mungere, per accendere il fuoco indre a furnacètte.
Ma c’era un oggetto che era presente in tutte le casa, il suo posto era “suse a pila”,  ed era usato tutti i giorni, da tutte le donne …
u’ stricature - la tavola di legno dentellata che veniva usata per lavare i panni, anzi “pe stricà le ‘robbe”.
E’ un oggetto usato ancora oggi, anche se la sua manifattura è di tipo industriale, ma un tempo anche  u’ stricature nasceva sotto i colpi, secchi studiati e precisi  degli abili mest’  d’ascie.