domenica 12 giugno 2011

Sand’Andònie mije!


Sand’Andònie mije! - equivalente del più famoso "Madonna meije!",  è un'sclamazione abbreviata di una invocazione polivalente, usata in ogni occasione...
di pericolo: Sand'Andònie mije aiuteme! ... Sand’Andònie mije piensece Tu!
…o di scampato pericolo Sand’Andònie mije ... te ringrazie!

Il Sand’Andònie in questione è  Sant’Antonio da Padova, un Santo venerato in tutto il mondo che si festeggia proprio oggi 13 giugno. I Tarantini così  chiedevano la Sua intercessione:
 
  Sand’Andònie mije benìgne
de prijàrTe nò sò digne
 Tu canusce le pene mije
Nu Padre Nostre e N’Ave Marie. 
 
       
Oppure:                                   
Sand’Andònie mije benìgne
de prijàrTe nò so' ddigne
Tu canusce le mie bisògne
tanda chiacchiere no’nge ne vònne.




nelle province salentine:
Sant'Antoniu meu bitegnu,
tuttu chinu te santità,
tritici grazzie faci lu giurnu,
fammini una pe' carità.
Falla prestu e nnu tardare
ca si Santu e la poti fare;
e cu la volontà te Ddiu
dispenza grazzie Sant'Antoniu miu!


La credenza popolare vuole che Dio ha concesso a Sant’Antonio la capacità di esaudire tredici miracoli al giorno,  per questo è uno dei Santi più invocati. Tale è il potere e la Sua magnanimità nel soccorrere i bisognosi, che la preghiera rivolta a Lui è breve, senza suppliche, promesse e litanie...insomma senza “Tanda chiacchiere”. I miracoli a Lui attribuiti sia in vita che post mortem, sono tanti e di vario genere  e fiduciosi ci si rivolge a Lui per ogni necessità... 

Per ritrovare gli oggetti smarriti 
Una leggenda locale  narra che un signorotto perse il suo prezioso anello mentre era in barca in Mar Piccolo. Dopo vane immersioni dei pescatori che lo accompagnavano,  per cercare di ritrovarlo, il nobiluomo appena sbarcato si recò al convento di San Francesco e fece lauta offerta ai frati affinchè pregassero il Santo per fargli  ritrovare il prezioso anello. Nonostante la fede e le preghiere l’anello non si ritrovava, così che dopo diversi giorni il signorotto mandò al convento una cesta di pesce fresco, per ringraziare i frati dicendo loro di sospendere le preghiere. Ma proprio mentre si apprestavano a cucinare quel cibo provvidenziale, nella pancia di uno di quei pasci freschissimi trovarono l’anello tanto cercato che fu immediatamente consegnato al nobiluomo.

Vox populi attribuisce l'anello al Principe Caragnano che poco dopo fondò la Confraternita di Sant'Antonio.

Ma c'è anche l'episodio del 1894 di una signora che si trovava nella carrozza dì un treno, dopo la partenza si accorse d'aver smarrito il biglietto di viaggio – si mise a cercare in ogni borsa e valigia, aiutata da coloro che dividevano la stessa carrozza. Videro ovunque ma del biglietto neanche l’ombra, allora la signora esclamò "Sant'Antonio trovatelo voi!" — esclamazione che suscitò l’ilarità di qualche incredulo viaggiatore.                      Dopo qualche minuto il controllore entrò nella carrozza, al vederlo la signora continuò a cercare nella borsa essendo per lei gravosissimo  ripagare il biglietto. Il controllore capisce e le chiede: "Lei ha perduto il suo biglietto? Per quale destinazione?" - la signora gli nomina la città - "Ebbene, stia tranquilla: il suo biglietto è stato trovato sul marciapiede della stazione di partenza e mi è stato consegnato> così dicendo le porse il biglietto. La signora ringraziò il controllore <Grazie a Lei> e quelli che erano in carrozza con lei, che prima avevano riso alla sua invocazione aggiunsero  < e a Sant’Antonio!>.


per avere notizie
Nel 1729 un mercante spagnolo si recò in Perù per motivi di lavoro. Durante la sua assenza la moglie gli scrisse molte volte , ma lui non rispondeva ed ella, preoccupata, si rivolse a S. Antonio,  scrisse una lettera e la sistemò nelle mani di una statua del Santo. Dopo pochi giorni nel ritornare a pregare il Santo, con sua grande meraviglia, trovò nelle mani della statua la risposta del marito ed alcune monete d'oro.
La lettera, che è tutt'oggi visibile in Oviedo, reca la data di Lima 23 luglio 1729 ed in essa l'uomo specifica di aver ricevuto la lettera della moglie dalle mani di un frate francescano.
Da allora Sant’Antonio  è invocato come “Guida" o meglio "Protettore” della corrispondenza  scrivendo sulle lettere la sigla "S.A.” (San Antonio) trasformata in S.A.G .  (S. Anthony’s Guide) da una associazione Francescana  americana  che per consolidare questa usanza ha creato una sorta  di adesivo chiudilettera con la sigla già stampata, da applicare sulle buste.


in soccorso di marinai e pescatori durante le tempeste
Si racconta che, nel 1703, due imbarcazioni della flotta del nobile Lupo d'Ippolito sindaco di Nicastro, provenienti da Napoli e dirette in Calabria , stessero per affondare a causa del mare in tempesta.
Alle invocazione di aiuto rivolte al Santo dal nobile d'Ippolito, ritornò la calma. Come ringraziamento per la grazia ricevuta, fece realizzare un'affresco raffigurante il salvataggio.


A favore di carcerati 
Perché frate Antonio intervenne per modificare la legislazione del comune di Padova che nel 1231 prevedeva pene esemplari per i debitori insolventi, condannati al carcere duro in condizioni disumane. Frate Antonio il 17 marzo 1231 andò dal podestà chiedendo una riforma del codice penale ottenendo la commutazione del carcere nel pignoramento dei beni e nell’esilio dalla città.

A protezione delle messi
Perché  invocato dai padroni, scacciò i passeri che a stormi stavano distruggendo i campi grano.
Ma si narra anche di due proprietari di due campi confinanti che avevano seminato grano. Le pianticelle erano cresciute già dieci centimetri quando un gruppo di fedeli che andavano in pellegrinaggio alla basilica di San Antonio, attraversarono i campi calpestando le piantine.                   
Quando i padroni si accorsero della distruzione del raccolto, uno si mise a bestemmiare, mentre l’altro invocò l’intercessione di Sant’Antonio.
Il risultato fu che nel campo di chi aveva imprecato le piantine seccarono, mentre nel campo di chi aveva pregato ritornarono rigogliose e donarono un fruttuoso raccolto.
Da questi episodi nasce l’usanza nel Gargano di sospendere ogni attività di mietitura il 13 giugno. Non farlo significava suscitare l’ira del Santo che avrebbe bruciato il mietuto.

Nella devozione Antoniana però il miracolo più importante è

Il miracolo della mula
Nel 1223 Sant'Antonio si trovava a Rimini per predicare la presenza di Cristo nell'Eucaristia quando, un eretico dichiarato, un certo Bonovillo, chiese prova di quanto predicava, promettendo che se il Santo lo avesse convinto lui avrebbe abbracciato l'insegnamento della Chiesa cattolica.
Propose al Santo che lui avrebbe rinchiuso la sua mula nella stalla, per tre giorni e tre notti, senza foraggiarla e al quarto giorno l'avrebbe condotta in Piazza tre Martiri, dove lui le avrebbe dato della biada fresca mentre Sant'Antonio avrebbe dovuto offrirle l'Ostia Consacrata. Se la mula si fosse avvicinata al Santo lui si sarebbe convertito.
Il giorno stabilito il Santo e il contadino si ritrovarono in piazza davanti alla mula, Bonovillo la chiamava porgendole un cesto di fieno mentre Sant'antonio, innalzando l'Ostia consacrata al cielo disse:

" In virtù e in nome del Creatore, che Io, per quanto ne sia degno, tengo veramente tra le mani, ti dico, o animale, e ti ordino di avvicinarti prontamente con umiltà e  di prestargli la dovuta venerazione"

Al termine di queste parole la mula si avvicinò al Santo e, tra lo stupore e la commozione generale, chinando il capo si inginocchiò davanti all'Ostia Consacrata. 
A Bonovillo non rimase che seguire l'esempio della sua mula e inginocchiarsi davanti al Santissimo segnandosi 
"In nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo". 


A Sant'Antonio e ai suoi miracoli sono legate anche due usanze ancora molto praticate... 

La tredicina a  Sant’Antonio
Nel 1617 a Bologna una donna che dopo dieci anni di matrimonio non aveva figli,  ricorse al patrocinio di Sant’Antonio per avere la grazia di diventare madre. Una notte sognò  il Santo che le disse “Visita per nove (quanti sono i mesi di gravidanza) martedì (giorno dei funerali del Santo -17 giugno 1231) la mia immagine nella chiesa di S. Francesco, e sarai esaudita”.
La donna obbedì e dette alla luce un grazioso bambino che rallegrò la sua casa e riportò la pace nel suo cuore.
I martedì furono portati da nove a tredici in ricordo del giorno della morte del Santo, 13 giugno  e per lo stesso motivo furono sostituiti col venerdì – Questa pratica devozionale prese nome di tredicina.
Oggi la tredicina viene fatta tutti i giorni,  inizia il 1 giugno per concludersi il 13 con i  festeggiamenti solenni in onore del Santo.


Il pane di Sant’Antonio
Un bimbo di venti mesi, di nome Tomasino, i cui genitori avevano l’abitazione vicino alla Basilica di Sant’ Antonio, in Padova, fu lasciato da sua madre accanto ad un recipiente pieno d’acqua. Allorché quella donna fece ritorno a casa, vedendo emergere i piedi del bambino da quel mastello, vi si precipitò, urlando trasse fuori il piccino, ormai morto. Disperata ebbe la forza di andare in Basilica a pregare, ricorrendo all’intercessione di Sant’Antonio,  si mise ad implorarne l’aiuto e fece voto di distribuire ai poveri la quantità di grano corrispondente al peso del bimbo, se il Santo lo avesse risuscitato. Passata qualche ora, il bambino emettendo un grido  ritornò in vita e fu portato subito in Basilica tra le braccia della madre.
Per questo miracolo il Santo viene invocato a protezione dei bambini con una tradizione  chiamata «pondus pueri» (il peso del bambino): i genitori promettevano al Santo tanto grano  quanto era il peso dei figli, in cambio della sua protezione.
Col tempo questa pratica cambiò  nell’offerta  di pagnotte di pane  -  dette il pane dei poveri - che il 13 giugno  venivano benedette e distribuite ai bisognosi. Così che Sant’Antonio viene invocato anche a protezione dei poveri.
Al pane di Sant’Antonio  erano attribuite proprietà taumaturgiche, come quando cotto e bagnato con olio era applicato sui seni delle mamme per favorire la produzione di latte.                           
Tutt'oggi si usa mangiare un pezzo di pane benedetto dopo aver recitato un PaterAveGloria per assicurarsi la protezione del Santo per tutto l’anno.

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