lunedì 9 maggio 2011

Le fesckarùle de le ruagnare.

A Taranto,   in occasione della festa patronale,  c’era,  e per fortuna c’è ancora,  l’usanza di  comprare “’u  fesckarùle” – un fischietto in terracotta  colorato e di varie forme, realizzati da “le ruagnare” tarantini che in questa occasione, sullo spiazzo antistante l’Arcivescovado – anticamente chiamato “u Calvarie” -   allestivano una fiera detta  “A’ fère d’u ruagnàre”  (la fiera del vasaio).
E’ doveroso ricordare i “ruagnare” più famosi come:  Nicola De Michele, Luigi Proietti e Giovanni Faggiano.

Le fesckarule sono oggetti belli da collezionare ed esporre come  oggetti ornamentali, ma anche da suonare. Di varie  dimensioni, dai colori vivaci e dalle forme spesso bizzarre di clarinetto, di trombette,  di tarallo, ma anche  dalle sembianze umane:
- Pureginedde cu ‘u cuppulone (Pulcinella col cappellone) – simbolo del carnevale e dell’allegria;
- Il monaco o il prete - parodia al potere clericale;

E il famosissimo  carabiniere, in piedi e a cavallo  - parodia del potere costituto;

E più recentemente anche  “Marche Polle” – tipico personaggio della Taranto anni ‘50

Fisckarùle  a forma di animaletto, da quelli da compagnia come il cane e il gatto, a quelli da cortile come :
il porcellino – simbolo di prosperità;
e il gallo -  simbolo di sessualità per l’analogia tra la potenza virile e il fischio, usato dai maschi di alcune specie animali (tra cui l’uomo) come richiamo alle femmine, per questo il galletto è il fischietto che il ragazzo regalava all’innamorata.

Insomma di fischietti in terracotta ce ne sono sempre tanti e tutti belli, per questo ogni festa non è festa senza fisckarùle...

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