martedì 8 marzo 2011

‘A FORORE


I bagordi, cortei e festini andavano avanti tutta la notte e ad un tratto accadeva qualcosa che da tanti anni non succede più ... l’aria festaiola era squarciata dai rintocchi di campana a  martello ... si, le campane delle chiese suonavano a morto, era mezzanotte, era   a' Forore...
 ...era l’ora della fine del periodo Carnevalesco delle gozzoviglie, per questo le campane suonavano a morto.
Al loro rintocco tutto finiva,  le pasticcerie che fino a quel momento avevano venduto cazùne e  paste de mènnele,  impastavano  le fresellìne … (i quaresimali)  gli unici biscotti consentiti durante la quaresima.
Tutti si fermavano  e tolte le maschere si recavano a ‘u larie de San Catavete (largo arcivescovado) dove si bruciavano i rami di ulivo e le palme dell’anno precedente e proprio  le ceneri  di questo falò avrebbero cosparso il capo di coloro che partecipavano alla messa del giorno successivo, il  mercoledì della ceneri, una funzione antichissima che dava inizio al periodo di penitenza.
La mattina del mercoledì tutti si recavano a messa per ricevere le ceneri, poi le donne tornate a casa si dedicavano al lavaggio accurato delle pentole, perché il cibo da preparare durante il periodo della quaresima non doveva avere la benché minima traccia di grasso.

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